Difendiamo i nostri figli, gridano alcuni. Difendiamoli davvero rispondo io. Ma dall’ignoranza, dalla cattiveria, dall’odio, dall’oppressione.
Qualche giorno fa arriva una nuova lettera (che trovate qui sotto) a tutti i Sindaci bresciani, sempre dallo stesso fronte riconducibile al Family Day che ha scritto lettere simili ai Comuni in passato, che forse irritati dal fatto che anche l’Italia ha deciso di schierarsi in favore dei diritti LGBT, con gli ultimi colpi di coda cercano di raccontare una loro verità. Ripeto, una LORO verità.
Nella lettera il gruppo, capitanato da Gandolfini, dà una sorta di risposta al comitato per il Brescia Pride che la settimana precedente ha chiesto ai sindaci Bresciani il patrocinio della giornata conclusiva del Pride bresciano, che si terrà il 17 Giugno 2017 nel centro di Brescia. Evento finale di sei mesi di eventi che hanno toccato tutta la provincia di Brescia su svariati temi, non solo legati alle tematiche LGBT: si è parlato infatti certo dei diritti degli omosessuali, della legge contro l’omotransfobia (l’Italia è rimasto uno dei pochissimi paesi occidentali a non avere una specifica legge di questo tipo), di adozione per tutti, ma si parla anche dei diritti delle donne, di violenza contro le donne, di parità salariale, di bullismo, di ritornare ad aumentare l’attenzione contro le malattie veneree ecc..
Il comitato “Difendiamo i nostri figli” chiede ai Sindaci di non patrocinare il Brescia Pride, e lo fa con un ragionamento che non trova alcuna sponda né in qualsiasi legge italiana, né in qualche ragione scientifica e neppure, all’opposto, nel manifesto politico del Brescia Pride che non tratta i temi osteggiati da Gandolfini & Co.
Questa la mia risposta:
Rispondo pubblicamente al Comitato “Difendiamo i nostri Figli” invitando tutti voi a cercare di difenderli davvero i vostri/nostri figli. Vi suggerisco però di non difenderli dal fantomatico “GENDER” che voi citate indirettamente nella lettera, ma dall’ignoranza, dalla cattiveria, dall’odio, dal bullismo, dalla discriminazione, dalle offese inutili, dal bigottismo. Tutti temi, per l’appunto, trattati dal Brescia Pride e che i Pride italiani vogliono combattere.
Vi suggerisco di leggervi il manifesto politico del Brescia Pride, perchè sembrerebbe che non l’abbiate fatto. Perché altrimenti non si spiega perchè lo chiamate illegittimamente “Gay Pride” né perchè affermate che ci sia qualche correlazione tra questa manifestazione e il paventato allarme Gender con il quale da tempo cercate di spaventare i genitori. Scusate, certo, in realtà non usate la parola gender nella vostra lettera, ma il mantra che portate avanti è lo stesso: sono i genitori a dover educare i figli alla sessualità. e i bambini non devono essere confusi in tenera età utilizzando la falsa lotta al bullismo. Ben venga che siano i genitori ad educare alla sessualità e all’affettività.. Ma allora perchè le malattie a trasmissione sessuale sono in tremenda crescita in Italia? Forse proprio perchè si è abbandonata l’educazione sessuale nelle scuole? E perchè ritenete che la lotta al bullismo serva a nascondere altro? Non ritenete il bullismo una piaga della nostra società e quindi non concepite che serva combatterlo e quindi ritenete le decine di azioni contro il bullismo solo uno specchietto per le allodole? Ma andiamo oltre
Nella vostra lettera ripetete, più volte “Gay Pride” e non “Brescia Pride”: potreste spiegarmene il motivo? Se il comitato organizzatore utilizza il termine “Brescia Pride” con il bellissimo (e inclusivo) sottotitolo “Unire la Città” perchè voi volete travisare il tutto? Il manifesto politico e gli intenti dell’organizzazione sono chiari: si vuole unire la città , è un messaggio inclusivo, che non si limita assolutamente (sebbene nasca da lì) alla comunità LGBT. Pensare che i Pride diffusi in tutta Italia siano limitati o limitanti alla sola comunità LGBT dimostra ignoranza in materia, dimostra voglia di non conoscere, dimostra disattenzione a ciò che la società dice… o forse dimostra solo voglia di non comprendere; basterebbe conoscere un minimo l’evoluzione di quelli che una volta erano sì chiamati Gay Pride, divenuti negli ultimi anni “Pride” proprio perchè la comunità LGBT ha capito che non si deve combattere solo per i propri diritti, ma per i diritti per tutti, se si vuole far del bene al proprio Paese.
Nella vostra lettera inoltre accusate il comitato del Brescia Pride di non “utilizzare ogni sforzo sociale, civile, politico e culturale, per tutelare che miri a tutelare gli interessi primari dei minori”. Sinceramente spero il comitato intenda denunciarvi. Poiché nel loro manifesto politico, come negli statuti delle 5 associazioni fondatrici, o come nelle intenzioni dichiarate delle oltre 100 associazioni sostenitrici, non trovo nulla a supporto della vostra affermazione: denoto anzi la volontà di creare un mondo migliore che difenda i diritti di tutti, anche, se non in primis, i diritti e il benessere di tutti i nostri figli.
Per chiedere a me e ai miei colleghi Sindaci di non appoggiare il Brescia Pride scomodate la Costituzione, citando l’articolo 29 che recita che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Sembrerebbe che però non vi siate letti il resto della costituzione, né abbiate cercato di capirne il reale significato sia studiando gli atti della Costituente sia leggendo i vari studi costituzionali sul termine “naturale” associato alla famiglia. Vi riporto qui solo una piccola parte della Sentenza della Corte Costituzionale 238 del 1989 (di cui faccio una disamina qui): “Il significato del termine “naturale” non è quello di riconoscere il fondamento della famiglia in una sorta di “diritto naturale”, bensì quello di affermare la preesistenza e l’autonomia della famiglia rispetto allo Stato“. Come viene espresso nel resto della sentenza e come ribadito in molti altri casi da giuristi e costituzionalisti, ma tutto sommato basterebbe leggere gli atti dell’Assemblea Costituente, il termine naturale usato nella nostra costituzione non è da intendersi come “legge della natura”, ma come “ovvio, scontato, automatico”. La famiglia è alla base della nostra società.: lo dice la costituzione, lo dice il buon senso, lo penso pure io. Tutto sta a capire cosa si intenda per famiglia, e la Costituzione lo dice chiaramente: è quell’evoluzione naturale (automatica, ovvia, spontanea) della società.. Aggiunge che è preferenziale quella costituita nel matrimonio. Ma questo sottintende che la Costituzione riconosce ALTRE famiglie (che lo vogliate credere o meno, basta leggerla interamente la Costituzione). Ma soprattutto la costituente non ha voluto scrivere cosa fosse il matrimonio, proprio perchè conscia che la società può variare ed evolvere, modificando le sensibilità e la legge deve adeguarsi alla società: ecco che ora la legge italiana riconosce anche l’unione di due persone dello stesso sesso con una legge che di fatto è equiparabile al matrimonio (leggetevi sempre la stessa sentenza della cassazione: il matrimonio egualitario è costituzionale). Quindi mi dispiace, il vostro richiamo all’articolo 29 della nostra stupenda Costituzione, sulla quale io ho giurato, non vi aiuta a portare avanti i vostri ideali.
In definitiva, non trovando mezza motivazione per poter anche solo minimamente condividere il vostro pensiero, ma trovandone decine per appoggiare il messaggio lanciato e portato avanti dal Brescia Pride, vi informo che il Comune di Braone rigetta convintamente la vostra richiesta e anzi accetta, con entusiasmo, la richiesta di patrocinare (assieme a decine di altri comuni) il Brescia Pride.
Io al corteo ci sarò: perchè non venite anche voi così da colorare con verità, libertà, lotta ai soprusi, voglia di aiutare gli altri, voglia di equità, di spensieratezza, ma al contempo stesso di voglia di lottare per i diritti per tutti (tutte cose che io ritrovo nella nostra Costituzione), la vostra vita?