Idroelettrico in ValleCamonica

Ho ricevuto oggi, via mail, una lettera indirizzata a tutti i candidati camuni per le elezioni politiche e regionali che si terranno tra poche settimane, sottoscritta da 20 Associazioni Camune che hanno a cuore il tema dell’idroelettrico ed in particolare, credo, alle questioni legati al Minimo Deflusso Vitale.

Le associazioni richiedono ai candidati, oltre alla presa visione di tale documento, una concreta risposta scritta alla loro missiva: con entusiasmo accolgo l’invito e intendo rispondere alle associazioni, essendo un tema a me caro, pubblicamente attraverso queste pagine.

Mi permetto quindi di pubblicare, credendo di non fare cosa sgradita, la loro lettera, che trovate qui pubblicata e di rispondere:


Care associazioni, vi ringrazio per l’attenzione che da tempo mostrate su un tema importante: l’acqua. Interesse che avete dimostrato in più occasioni non demagogia ma reale impegno per la tutela di un bene primario come quello dell’Acqua e, più in generale, di un bene come il nostro Ambiente .

Il mio interesse sui temi da voi sollevati (MDV, Bilancio Idrico, moratoria nuove centraline idroelettriche, rispetto dell’ambiente ecc…) sia nella vostra lettera, sia nell’incontro dell’Aprile 2012 “Idroelettrico in Vallecamonica: sfruttamento di una risorsa o valorizzazione di un bene comune?” a cui ho con interesse partecipato, è mosso dalle vostre stesse preoccupazioni. Ho partecipato a diversi incontri sul tema: l’ultimo proprio pochi giorni fa, da me stesso organizzato, nel quale il Senatore De Toni, candidato come capolista con IDV alle regionali 2013 in appoggio di Ambrosoli, ha desiderato incontrare proprio le associazioni che hanno sottoscritto la richiesta di moratoria. Le associazioni presenti hanno sicuramente potuto constatare dalle mie stesse parole molte delle mie idee in tema ambientale, valorizzazione del patrimonio artistico/ storico/ culturale/ ambientalistico immenso della nostra ValleCamonica, tutela ambientale e non ultimo l’idroelettrico. Il tutto si può riassumere in poche parole, citando una frase ascoltata in un convegno organizzato da una delle associazioni sottoscrittrici della lettera, l’Osservatorio Territoriale Darfense:
“Se non partiamo a considerare la ValleCamonica come un unica grande città, di cui i paesi costituiscono i quartieri, non riusciremo mai a progredire”. I Problemi di uno dei comuni della Valle, è un problema di tutti. Le risorse di un pezzo del territorio devono essere fonte di ispirazioni per tutta la vallata. L’ambiente va sempre tutelato, rappresenta uno dei più grandi doni che lasciamo alla futura generazione. Dono che abbiamo ricevuto quasi intatto e che è nostro dovere tutelare per tramandarlo, prezioso come è ora, di generazione in generazione. Questo vale per ogni angolo della terra, e con forza, vale anche in ValleCamonica. La nostra Valle ha un patrimonio artistico, culturale, storico e naturalistico che concentra in 100 km di lkugnhezza qualcosa che altri territorio non sognano nemmeno. Ma rinchiusi nel nostro campanilismo non riusciamo a valorizzarlo con dovere. E nell’ambiente dobbiamo ricomprendere una delle risorse più importanti: l’acqua. Lo sfruttamento esasperante a cui parti del nostro territorio è sottoposto, non può fare altro che preoccuparci, sia per le conseguenze immediate, sia, soprattutto, per quelle a lungo termine. E se azzoppiamo, o peggio, uccidiamo il nostro ambiente, azzoppiamo e uccidiamo la nostra intera Valle. Se riduciamo i nostri torrenti in rigagnoli secchi o peggio in fogne a cielo aperto, che futuro ci aspetta?

Non vado oltre nella premessa, e passo a rispondere, punto a punto, alle vostre sollecitazioni:

Le chiediamo se nell’organismo, in cui Lei sarà eletto, si farà promotore di delibere che stabiliscano:

1. una improrogabile pianificazione dei bisogni energetici della Provincia, della Regione e dell’intero Paese, tenendo conto dello sviluppo delle moderne tecnologie, dei consumi in atto e di quelli previsti, delle quote di produzione già realizzate attraverso le varie fonti energetiche;

La nostra nazione ha bisogno di un serio studio del fabbisogno energetico e, probabilmente, di un ripensamento dell’intera infrastruttura energetica nazionale. E questo ovviamente non solo in ottica di idroelettrico, ma in generale il nostro paese deve spingere sempre di più verso le fonti di energia rinnovabile, riducendo le inefficienze e le inadeguatezze espresse da un vecchia rete di distribuzione dell’energia, non studiata per le nuove realtà (fotovoltaico e assimilabili) o per una gestione complessivamente moderna dell’energia. Quindi è sicuramente urgente, ma d’altronde lo dice (quasi) ogni forza politica, un serio studio del fabbisogno energetico, in ogni suo aspetto: dalla produzione al consumo. Ritengo importante incentivare le forme di produzione di energia da fonti rinnovabili (vento, sole, acqua), in maniera rispettosa dell’ambiente e dei territori, cercando di abbandonare le fonti fossili e dannose.

2. una revisione della normativa sugli incentivi (deliberazione n. 62/02 del 18 aprile 2002 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas) per impedire che si continui a costruire piccole centrali che senza di essi non sarebbero economicamente sostenibili e che contribuiscono per una quota irrilevante alla produzione di energia, danneggiando sensibilmente il territorio;

Non conosco in maniera approfondita la delibera citata (Determinazione dei prezzi di cessione dell’energia elettrica prodotta da impianti idroelettrici con potenza fino a 3 mw, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 22, comma 5, della legge 9 gennaio 1991, n. 9 e dell’articolo 3, comma 12, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n.79 ) ma sono cosciente del problema da voi esposto. Va sicuramente rivisto il sistema di concessioni e incentivi, cercando di non favorire sprechi e danni del territorio. Va impedito che si preferisca costruire nuove centraline piuttosto che ammodernare quelle esistenti, come pare accada anche in ValleCamonica, a danno del nostro ambiente e della collettività (anche in termini meramente economici). Non essendo però un esperto in materia non continuo, sarei disonesto a prendere posizioni “tecniche” su questioni che non conosco bene.

 

3. la moratoria di tutte le nuove captazioni nel bacino del fiume Oglio nell’area della Valle Camonica, in attesa della stesura del bilancio idrico integrato e della pianificazione dei bisogni energetici;

Sono concorde nel bisogno di stilare uno studio serio sullo stato di fatto dell’intero sistema Idrico Integrato camuno: fare un censimento delle centraline in essere e di quelle di cui è sicura già stata rilasciata la concessione, dedurre quindi il reale sfruttamento dell’intero “Sistema ValleCamonica”, valutare se si possa (come e dove) eventualmente costruire ulteriori centraline pensando però non al singolo corso d’acqua ma all’intero ecosistema camuno. Per fare questo, concordo con voi, bisogna dare uno stop ALMENO momentaneo ad ulteriori concessioni. Sono d’accordo quindi ad una moratoria come da voi proposta.

4. la facoltà per i Comuni di esprimere parere vincolante in merito all’utilizzo delle acque, eliminando il potere esclusivo che oggi hanno Enti lontani dal territorio e la costituzione di organismi decisionali in cui siano presenti non solo gli amministratori locali, ma anche i rappresentanti dei cittadini e delle loro associazioni, in quanto portatori di interessi diffusi e bisogni sociali e collettivi;

Lo abbiamo visto più volte negli ultimi mesi, proprio qui in ValleCamonica: dalle decine di concessioni per idroelettrico portate avanti nonostante il parere contrario dei Comuni, al caso “amianto” a Gianico, dove un intera vallata si è espressa (mi pare si siano raccolte più di 20mila firme) nettamente contraria, supportata dagli Enti Locali (la Giunta da me diretta, nel Comune di Braone, si è espressa contraria alla realizzazione di un impianto di smaltimento dell’amianto così come lo si vuole costruire nella nostra Valle con apposita delibera, assieme ad altri comuni ed enti). Se è vero che non bisogna cedere alla pericolosa e dannosa sindrome NIMBY (fatelo, ma non nel mio giardino – tipico delle realtà locali contro le grandi opere pubbliche) è altrettanto vero che è assurdo che i reali conoscitori del territorio non abbiano alcuna voce in capitolo in decisioni così importanti per l’ambiente in cui amministrano. Quindi sì, ancora una volta concordo con la vostra richiesta: aumentare l’importanza (sino ad arrivare al parere vincolante) del parere dei Comuni e coinvolgere anche l’associazionismo e la cittadinanza in decisioni di questo tipo.

 

5. la precedenza alle richieste di concessioni agli enti pubblici rispetto alle aziende private, per impedire il prevalere di interessi economici speculativi e per favorire la difesa del territorio, che dovrebbe essere interesse primario delle Amministrazioni locali;

Tema affrontato più volte in ValleCamonica, che mi vede concorde. Partendo dal presupposto che sicuramente bisogna garantire anche al privato la possibilità di investire nel settore energetico (ed in generale permettere e incentivare gli investimenti privati in ogni settore), è senza dubbio che sia preferibile dare precedenza agli enti territoriali pubblici (Comuni, Bim, CMCV ecc…) per investimenti di questo tipo: così facendo si garantisce che le risorse prodotte sul territorio rimangano, almeno in buona parte, sul territorio. Ovviamente tutti nel pieno rispetto delle leggi e dell’ambiente: gli enti pubblici devono essere i primi a dimostrare un uso consapevole dell’ambiente, senza farsi tediare dal mero tornaconto economico.

 

6. la possibilità per i Comuni di accedere a finanziamenti specifici per la realizzazione di centraline idroelettriche “comunali” e di usufruire di una durata della concessione di trenta anni, limitando quella per i privati a quindici, fatti salvi per entrambi i vincoli relativi alla protezione del territorio, in rapporto a quanto sarà previsto nel Bilancio idrico integrato;

Ancora una volta mi trovate concorde: questo tipo di investimenti (idroelettrico, fotovoltaico ecc… ) sono investimenti praticamente sicuri per i Comuni e gli enti Locali e non ha senso (almeno… io non lo vedo) che questo tipo di investimenti, che producono un vantaggio economico netto e costante, ricadano con le stesse regole nel patto di stabilità (o altri vincoli, come quelli a cui sono sottoposti i Comuni per l’accensione di nuovi mutui, al di là di quelli previsti dal patto) degli altri investimenti che non genera un “introito positivo di cassa”. Queste limitazioni bloccano o rallentano il potenziale investimento degli enti locali in questi settori, che possono, se pensati con intelligenza, garantire il bene comune dell’intera collettività, andando a vantaggio dell’ambiente e dell’economica locale. Posso citare il caso del mio Comune: un progetto per un impianto fotovoltaico da 70 KW, da installare sui tetti degli edifici pubblici, nonostante la comprovata sostenibilità economica (un saldo positivo superiore ai 15 mila euro all’anno al netto delle spese di manutenzione e oneri finanziari: per un comune che ha un bilancio inferiore ai 600mila euro significano davvero un entrata non indifferente) è rimasto nel sogno di noi amministratori e nei cassetti del Comune per due anni, proprio a causa di questi vincoli, sino a che un’entrata straordinaria ha concesso al comune di attuare l’investimento. E se non avessimo avuto questa fortuita occasione? Non era possibile aprire un nuovo mutuo nonostante le entrate avessero coperto integralmente (con un bilancio poi ancora positivo) le rate del mutuo: assurdo.

7. un innalzamento generalizzato dei valori del MDV e un controllo dello stesso alla foce, in modo tale che vengano rispettate le reali esigenze dell’alveo, in rapporto alla lunghezza, larghezza, granulometria, permeabilità.

Partendo dal presupposto che probabilmente sarebbe più urgente vedere garantito il MDV richiesto dalle attuali leggi (che non credo sia garantito in pochi luoghi) in tutte le captazioni, ancora una volta concordo con voi nel richiedere una nuova formulazione dell’attuale norma: confusa, che lascia adito a strane interpretazioni (rilascio di MDV successivamente captato a cascata sino a rigagnoli secchi) e più in generale ad un miglioramento ed innalzamento dell’attuale soglia (bassa) richiesta, che se non erro è solo del 10% per garantire un reale rispetto dell’ecosistema.
Riassumendo non posso fare altro che sottoscrivere le vostre richieste. Già ora, al di là del risultato delle future elezioni, mi sento un portavoce di molte di queste istanze, e in passato ho lottato affinché queste idee non cadessero inascoltate nel vuoto: nel futuro non potrò fare altro, se mi sarà concesso, che cercare di attuare queste idee che colgo con entusiasmo. Spero che questa mia risposta vi abbia soddisfatto… in caso contrario sono disponibile ad ulteriori confronti.

Gabriele Prandini

La lettera delle associazioni la potete trovare a questo link

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